LA STORIA DI GIULIA E DI UNA QUARENTENA LUNGA OLTRE 7 MESI

 

La quarantena di Giulia è iniziata molto prima della comparsa del Covid-19. Come lei, le persone che nascono con una malattia cronica come la fibrosi cistica, sono più fragili e, per questo, hanno bisogno di maggiori tutele sociali. Grazie al servizio di supporto socio assistenziale, LIFC è al fianco delle persone con fibrosi cistica e delle loro famiglie ogni giorno.  

 

Lei è Giulia, tra qualche mese compirà 26 anni e la sua quarantena dura da oltre 7 mesi.

Avrebbe potuto finalmente vivere normalmente, passeggiare all’aria aperta, andare in qualche locale il sabato sera, fare shopping, giocare con le sue nipotine. E invece…. è proseguita la sua quarantena iniziata praticamente a settembre, con una grande differenza che le pesa più di ogni altra cosa: il non poter avere accanto le persone a lei più care!

Da settembre scorso ha iniziato ad avere infezioni polmonari, quindi il ricovero e poi ricadute su ricadute, chiusa in casa quasi sempre, fino ad arrivare alla vigilia di Natale, dove ha scoperto di avere una polmonite. Da lì, tutto gennaio in ospedale!

Una volta tornata a casa, un po’ perché si iniziava a parlare già di Coronavirus, un po’ per il freddo, un po’ perché era ancora provata dal mese di ricovero, ha cercato di ridurre il più possibile i contatti esterni e le uscite, quelle poche, fatte solo ed esclusivamente con mascherina e con amuchina in borsa, attendendo con ansia il bel tempo, la primavera, e quella forza fisica che piano piano stava recuperando.

Paradossalmente però – ci racconta Giulia- da quando è iniziato il lock down io sto benissimo”. Ad ogni modo, come sono abituata a fare, sto cercando di trarre il positivo da tutto questo “Ho riscoperto  una me super determinata: dedico ogni giorno almeno un’ora e mezza all’attività fisica che mi aiuta a stare meglio, seguo nel miglior modo possibile le terapie; ho riscoperto  inoltre una me affamata di cultura, leggo spesso e mi informo sui temi di mio interesse.”

L’altro aspetto positivo,anche se non avrebbe voluto succedesse in questo modo – è che la gente ora può capirci davvero, in quanto devono avere quegli stessi accorgimenti che noi prendiamo da tutta la vita! Oggi anche ‘i sani’ possono capire quanto può essere dannoso stare a contatto con qualcuno che ti starnutisce in faccia, possono capire il dolore che proviamo nel dover rispettare il distanziamento tra pazienti, il disagio che viviamo ad indossare la mascherina di fronte allo sguardo stupito dei passanti, quanto sia pesante dover stare chiusi in casa per giorni, settimane ed anche mesi, ma soprattutto possono capire quanto sia importante la ricerca e sostenerci.

 

#OGGILOSAI

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