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Donazione di organi, l’intervento del Centro Nazionale Trapianti

In merito alla notizia relativa alla vicenda del 17enne veronese Lorenzo, LIFC riporta fedelmente la smentita del Centro Nazionale Trapianti per fare chiarezza sulle modalità di prelievo di organi in Italia a beneficio dei pazienti in lista di attesa e di coloro che scelgono di diventare donatori di organi.

LA RETTIFICA DEL CENTRO NAZIONALE TRAPIANTI 

C’è una enorme differenza tra il coma e la morte cerebrale: quest’ultima coincide con la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo. È solo in questo caso che è possibile la donazione degli organi.
La legge italiana, tra le più garantiste al mondo, prevede che si possa eventualmente procedere solo dopo che è stato ultimato il periodo di osservazione (6 ore) e che della persona sia stata quindi certificata con assoluta certezza la morte cerebrale. In queste 6 ore, una commissione di specialisti valuta costantemente i parametri del paziente ed esegue in modo ripetuto una rigorosa serie di esami. Solo dopo che questi esami e test danno esito negativo e, quindi, viene accertata la morte della persona, si può richiedere ai familiari aventi diritto l’ok al prelievo di organi
“.
Nel caso del giovane paziente veronese citato nell’articolo, non c’è stato alcun accertamento di morte, nessuna richiesta di donazione alla famiglia da parte dei medici e quindi non si stava per procedere a nessun prelievo di organi“.
“La decisione di donare gli organi sarebbe stata assunta autonomamente dai genitori ‘se la situazione fosse precipitata’ invece, fortunatamente, Lorenzo è uscito dal coma”.
“Chi firma il consenso per la donazione degli organi deve sapere che il prelievo avviene solo in caso di morte, e che grazie a questo gesto di generosità ogni anno la Rete trapianti del Servizio sanitario nazionale salva la vita di migliaia di persone ma mai, MAI, a danno del donatore
“.

La news pubblicata da The Social Post