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La donazione di organi, un gesto bellissimo che ha salvato la vita ad Elisa

Un comune raffreddore di stagione, un semplice virus come il Covid-19, ha costretto Elisa, a soli 19 anni, all’ossigenazione extracorporea (ECMO) e alla rianimazione.
I due nuovi polmoni arrivano il 23 ottobre del 2015 “giusto in tempo per salvarmi – racconta Elisa con un sorriso – Dopo il trapianto ho ripreso a vivere, proprio come faremo tutti noi dopo la pandemia”. Era l’autunno del 2015. A gennaio dello stesso anno Elisa era entrata in lista di attesa per il trapianto bi-polmonare dopo continui ricoveri e infezioni polmonari.

Le terapie hanno sempre fatto parte della sua vita “non mi sentivo diversa dagli altri bambini – spiega – pensavo che tutti le facessero“. Poi le cose sono cambiate” lunghi ricoveri, più farmaci, più terapie, più restrizioni. Ho capito cosi di essere diversa perché io ero nata con la fibrosi cistica“.

Virus e fibrosi cistica non sono mai andati d’accordo. I virus, talvolta anche quelli più banali del Covid-19, possono essere letali per chi ha già i polmoni gravemente compromessi da una malattia genetica e cronica come la fibrosi cistica.

Per questo Elisa è arrabbiata con chi ancora prende sotto gamba la situazione – “uscire di casa lo stesso e senza le precauzioni che ci sono imposte, vuol dire essere egoisti verso il prossimo e verso se stessi“. Queste regole così semplici e importanti, che oggi sono alla base della quarantena e della sopravvivenza contro il Covid-19, per le persone con fibrosi cistica sono la routine, ricorda Elisa che lancia nuovamente l’appello:

“DISTANTI ALMENO UN METRO per non passarvi i germi, LAVATE SPESSO LE MANI sono i principali vettori, INDOSSATE LA MASCHERINA per proteggervi dalla gente noncurante della sua salute e ancor meno di quella di chi li circonda, NON USCITE DI CASA e NON FREQUENTATE LUOGHI AFFOLLATI, se lo fate, state attenti a dove andate e tenete d’occhio chi vi sta attorno.

Anche la quarantena è una gran scocciatura – prosegue Elisa – noi lo sappiamo bene. I ricoveri ospedalieri sono all’incirca la stessa cosa, cambia solo il fatto che ora siamo tra le mura di casa nostra“.

Elisa, ottimista di natura, crede che la pandemia possa aiutare il genere umano a provare a riassaporare la bellezza delle piccole cose, che nella vita frenetica di tutti i giorni talvolta sfuggono di mano – “spero che quando finirà questa grave emergenza le persone non diano più nulla per scontato e si ricordino che con la salute non si scherza, MAI!

Nella giornata nazionale per la di Organi e Tessuti, un gesto bellissimo che possono fare tutti, sul quale Elisa invita a riflettere, riguarda la scelta di diventare donatori di organi. Un gesto che a lei ha donato la vita quando la fibrosi cistica le stava impedendo una funzione tanto semplice quanto importante come il respiro. Attualmente il trapianto di doppio polmone è l’unico trattamento standard per i pazienti che, come Elisa, sono affetti da insufficienza respiratoria in stadio terminale.

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