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SCUOLA E FIBROSI CISTICA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

Anche successivamente alla sospensione delle lezioni sarà importante tutelare gli studenti con fibrosi cistica e altre malattie respiratorie.

A sostenerlo, la Sen. Paola Binetti che, poche ore prima della predisposizione della chiusura delle scuole in tutta Italia per frenare la diffusione del contagio da Coronavirus, aveva invitato il Governo ad assumere questo impegno nei confronti dei minori affetti da fibrosi cistica e da altre malattie respiratorie.

La Senatrice, sempre vicina alle esigenze della LIFC e dei pazienti che l’Associazione tutela, con un ordine del giorno presentato in Commissione Sanità del Senato, invitava il Governo ad impegnarsi  a mettere a disposizione dì tutti i bambini affetti da grave e documentata patologia respiratoria, iniziative didattiche mirate ai loro bisogni specifici. La misura è indirizzata anche ai minori che frequentano scuole non ricomprese nella zona rossa e può essere attivata su richiesta dei genitori e in concreta attenzione alle condizioni specifiche del minore.

Per le persone affette da FC l’attuale epidemia da Coronavirus costituisce sicuramente un rischio. A trovarsi maggiormente in difficoltà sono proprio i bambini, in particolare quelli che risiedono nelle regioni a più basso livello di epidemia e quindi non sono affatto protetti dal contagio. Eppure proprio a loro andrebbe prestata una attenzione controllata e selettiva poiché, andando a scuola, possono trovarsi esposti al rischio concreto di contrarre anche forme gravi di influenze da Coronavirus.

Al momento il rischio di contagio è stato ridimensionato con la chiusura delle scuole in tutta Italia ma, al rientro in classe dopo il 15 marzo, se vi fosse ancora il pericolo di contagio, sarà opportuno valutare modalità di apprendimento a distanza per gli studenti affetti da malattie respiratorie come la fibrosi cistica.