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Trapianti: cosa ci dicono i dati del Report 2022 del Centro Nazionale Trapianti

Il Centro Nazionale Trapianti ha presentato lo scorso 24 gennaio il consueto report preliminare relativo all’attività della Rete trapianti del Sistema Sanitario Nazionale. E’ un’analisi particolarmente importante non solo per valutare l’andamento dell’attività trapianto in generale e nello specifico ambito della FC, ma anche per riflettere sulla consapevolezza da parte degli italiani sulla cultura della donazione degli organi.

In generale l’anno appena trascorso ha evidenziato un generale aumento dell’attività di trapianto – in particolare per fegato e polmoni – riportando i livelli di attività della Rete trapianti ai livelli pre-covid e segnando un importante risultato: il tasso più alto di donazioni di organo mai registrate, incrementate del 3,7% rispetto al valore del 2021. Delle 1.830 attività da donatore effettuate nel 2022 – rispetto alle 1.764 del 2021 – 369 sono state registrate da donatore deceduto e 1.461 da donatore vivente. La regione più ‘virtuosa’ è risultata la Toscana, seguita dall’Emilia Romagna.

L’incremento delle donazioni ha portato il conseguente aumento del numero dei trapianti, in particolar modo quelli di fegato e polmone, mentre il dato relativo ai trapianti di rene e cuore è sostanzialmente stabile. Il numero complessivo è di 3.887 interventi con un incremento del 2,5% rispetto al 2021, con un generale tasso di aumento anche se la regione con il maggior numero di interventi risulta essere la Lombardia , seguita da Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Lazio.

Per quanto riguarda il trapianto di polmone, risulta essere quello con il maggiore incremento rispetto agli anni della pandemia (138 trapianti, + 17,9%) di cui 12 relativi a pazienti affetti da fibrosi cistica. Nonostante questi risultati positivi che confermano l’eccellenza della Rete trapiantologica del Sistema Sanitario Nazionale, un dato però è allarmante e deve far riflettere sull’opportunità di intervenire con iniziative di sensibilizzazione e informazione: benché le dichiarazioni di volontà alla donazione di organi abbiano superato il dato di 14 milioni e mezzo, rimane un preoccupante tasso del 28% di opposizioni alla donazione di organi, valore che in alcune zone delle Regioni del Sud raggiunge livelli vicini o poco superiori al 40%. Sembrerebbero due le fasce di età da sensibilizzare con maggiore impegno: i giovani neo maggiorenni (probabilmente poco consapevoli del tema) e gli over 60, per i quali forse vale la convinzione che la loro età possa essere un ostacolo alla donazione.